*01 [Benuccio Salimbeni]

   Quanto si può si sanza disnore

ad  e ad sua parte e a sua terra,

a dritto e a torto fuggir l'altrui guerra,

perché fa servo de' servi il signore.


   Ma quando il senno non vince l'errore,

forse ch'è senno errar contra chi erra,

e chi pur fugge e chi pur porta serra

raccende più lo sfrenato furore.


   Il troppo sofferir cresce baldanza

alla disordinata volontate

e  materia a ingiuriar l'usanza,


    che talora è di necessitate

volgere il viso contra l'arroganza

e secondo dinar' render derrate.


Testimoni:
LR2 f. 193ra: Sonetto di; R103, f. 60v: Sonetto di mess(er) franciescho; T1; f. 48r-v: Meser benutio salinbeni;
g (Cp392, f. 192v; Bd, f. 142r-v; Tou2102, f. 134r; V4784, f. 129r + Si1 vv. 1-8, f. 73v: Sonetto di messer Benuccio Salimbenj da Siena);
i (Mg140, f. 166vb; Naz125, f. 130v);
l (L47, f. 119ra: Sonetto dante; R306, f. 97v: di dante);
m (C8, f. 174r; Mg19, f. 87r; Si7, f. 117r: Sonetto di messer Benuccio Salinbenj da Siena);
n (Naz3, ff. 146v-147r: Sonetto di mess(er) benuccio salinbenj; R88, f. 61r: Mess(er) benuccio salinbeni)

Bibliografia: Solerti, Disperse, p. 290; Sapegno, Poeti minori, p. 305; Corsi, Rimatori, p. 641; De Robertis, Rime-Documenti, pp. 1057, 1123 .

Schema metrico: Sonetto ABBA ABBA CDC DCD

Prima di affrontare il testo occorre far pulizia dei testimoni segnalati da Solerti che in realtà non portano il sonetto: si tratta di una seconda trascrizione in R103 a c. 125v e soprattutto di una serie di codici dove si trova un altro fortunato testo di Benuccio Salimbeni, Poi non trovi posar, cessa l’affanno in tenzone con Bindo Bonichi: Naz1 Mg143 Mr155 R846; per quanto riguarda il codice Estense it. 1154 (già α. N. 6.4 – Est4), contrariamente a quanto si legge nell’apparato Solerti, a c. 6r non c’è questo sonetto attribuito a Simon Veronensis, bensì un altro (Al fine de riposo sempre affanno). Corsi, dal canto suo, cita il Magl. VII.375 c. 87r, dove non è traccia del testo, per uno scambio di sigle in luogo del Mgl. VII.1171 (Mg19), dove il sonetto è presente a quella stessa carta (sono i codici da lui indicati FN27 e FN47).
La lezione si costituisce a maggioranza dal confronto fra i tre codici indipendenti LR2 R103 T1 e le famiglie: g i l m n (alcuni interventi sono già stati introdotti da Corsi rispetto all’edizione Solerti, che privilegiava sostanzialmente il gruppo m, quest’ultima già ripresa senza varianti da Sapegno). Il luogo più problematico del testo è l’incipit dove alcuni codici omettono l’indispensabile si dee: «Quanto si può si dee [...] fuggir la guerra | perché fa servo» ecc.: Quanto piu se puote [...] (fugir la guera | perche fa s(er)uo) T1, Quanto si puote n Quanto si puo (puosi Cp392) [...] g. L’affinità di Si1 con il gruppo g è già stata dimostrata in Cavedon Sillogi pp. 223-26, mentre non risultano altri casi di convergenza tra questo gruppo con T1 e n. Difficile dire fino a che punto è sostenibile l’ipotesi dell’omissione per poligenesi (favorita dalla ripetizione «si puo si dee»?). La situazione è più netta al piano inferiore. La famiglia g (Cp392 Bd Tou2102 V4784), già incontrata per R103 74 (e 132 – Bocc. Rime 103), e qui estesa a comprendere Si1, si conferma per 2 patria, attestato forse per poligenesi (ma si tenga conto di quanto si è detto a proposito del v. 1) anche in T1 (parte) e, oltre ad altri dettagli, per la lezione 14 e/i denari (om. articolo). La famiglia i, riconoscibile anche nel sonetto Gli antichi e bei pensier (Sol. LXIV - R193 196), si conferma con un paio di lezioni sospette: 7 «e chi più fugge» (pur), 11 d’ignorar l’usanza (a ingiuriar l’us.). La famiglia l (L47 R306) è costituita in base all’errore al v. 3 «Quanto si puo si uuol fuggir la guerra» ripetizione dell’incipit Quanto si può ecc. (a dritto e a torto); lezioni caratteristiche: 2 «Di sé o di... o di» Solerti, cui si avvicina «di sé e di... e di...» i («ad sé e ad... e a...»); 3 si uuol fuggir la guerra ( fuggir l’altrui g.); 6 Talora è senno Solerti (forse ch’è senno); 7 forte/porte L47/ R306 Solerti (porta); 8 accende con LR2 (raccende); 11 a ’ngiuriar buon’usanza Solerti (d’ingiuriar l’usanza); 12 è/egli è necessitade L47/ R306 Solerti (è di n.); 13 verso l’arroganza con LR2 (contra l’a.). Il gruppo m (C8 Mg19 Si7) presenta al v. 3 la lezione (Quanto si può si dee...) e da fuggir (fuggir l’altrui) scoordinata sintatticamente interpretandola sia come copula sia come congiunzione; al v. 5 l’errore non basta a l’ardore (non vince l’errore), e forse anche per l’anticipazione di 8 acresce, con LR2 fa crescer, rispetto a 9 «cresce baldanza» (raccende); lezioni caratteristiche: 6 Credesser(e) buono (forse ch’è senno); 11 d’ingiuriar usanza (d’i. l’usanza); 12 Perche taluolta (sì che talora). Infine il gruppo n (Naz3 R88), la cui consistenza fra queste rime si affida soprattutto alla tradizione del son. In ira al cielo R103 242 (dove la coppia è congiunta a V3 che non porta questo testo), si identifica per la citata omissione di si dee al v. 1 «Quanto si può si dee» con la lezione caratteristica «Quanto si puote», e altri dettagli secondari. Casi di lezioni discordanti: al v. 6 sembra prevalere forse ch’è senno errar (derrar Tou2102) di R103 g rispetto a fors(e) è senno a (a om. T1) errar di T1 n (lezioni caratteristiche, già citate, di l m, e di LR2 e senno allora errare); 7 e chi (pur fugge) di LR2 Naz125 R103 n contro che chi T1 g l n; 14 dinar’ plur. senza articolo R103 T1 g n (tutti con la forma danari/denari salvo T1 e Cp392 di g dinar/denar) contro danaio/danaro LR2 i l (hanno invece l’articolo, singolare Mg140 di i e L47 el/il d., plurale e/i d. g, meno Bd ei d., e m). Riassumendo, le numerose novità sostanziali rispetto al testo Solerti (riportato tra parentesi) sono le seguenti: 2 a sé e a... e a... (di sé e di... e di...); 6 forse ch’è senno (Talora è s.); 7 porta serra (porte s.); 11 d’ingiuriar l’usanza (a ’ngiuriar buon’us.); 12 è di necessitade (egli è n.).
La paternità del sonetto si dimostra a maggioranza a favore dell’autore meno noto: è attribuito infatti a Benuccio Salimbeni da T1 n e Si7 del gruppo m; è dato a Petrarca dal solo R103; è adespoto in g i LR2 e Mg19, l’altro rappresentante di m; l’attribuzione a Dante di L47 e R306, in una stessa sequenza di testi, può essere considerata un altro tratto congiuntivo di l.
1 Quanto] Quando Mg140 ~ si può si de’] si puote (si dee om.) n, si puo piu (piu posi Cp392, tutti om. si dee) Si1 e, piu se puote (si dee om.) T1
2 ad sé e ad... e a] di se e (o l) di... e (o l) di i l ~ e (ad)] om. Tou2102 ~ a (sua)] agg. Naz3 ~ parte] telra Naz3, schiatta LR2, padre Mg140, patria T1 g, terra cass. e seguito da parte Si7
3 a dritto e a torto fuggir l’altrui] quanto si puo si uuol fuggir la (om. altrui) l, atorto (et)adiritto schifar LR2 ~ e a] a (e om.) Cp392 Tou2102 m, e (a om.) n, om. R103 ~ fuggir l’altrui] altrui fugir la T1 g n, fuggir (om. l’altrui) i, fugir laltra R103, e da (de Si7) fuggir(e) la m ~ ghuerra con una r agg. in interl. Naz3
4 fa] fu Mg140 ~ de’ servi] del seruo Mg140 ~ de’] di T1 g-Bd ~ il signore] i signiori R103
5 senno] seruo Mg140 ~ vince l’errore] basta alardore m ~ non] no R103 ~ errore] elrore Naz3
6 forse ch’è senno] e senno allora LR2, Talora e senno i l, Credesser(e) buono l, forse e (e om. Naz3 T1) senno a (a om. T1) T1 n ch’è] chel con l cass. Si1 ~ errar] elrar Naz3 errar] e errar R103, derrar Tou2102 ~ contra] contra a LR2 V4784 m-Naz3, chania Mg140, co(n)tro a Mgl19 R88 R306 ~ erra] elra Naz3
7 e (chi pur f.)] che T1 g l n ~ chi (pur f.)] om. g ~ pur (f.)] piu i ~ pur porta serra] porta (om. pur) s. Mgl19, piu porte s. i, porta diserra C8 ~ porta] potra R103, forte L47, porte R306 ~ serra] selra Naz3
8 raccende più lo sfrenato] rafrena piu lafrenato R103 ~ Raccende] accende i l, fa crescer LR2, Acresce m, raccenna V4784 ~ lo sfrenato] lonfrenato Mg140 ~ furore] forore Tou2102 V4784
9 Il] El R103 T1 g m n ~ sofferir] soffrire LR2 ~ cresce] chessje Mg140
10 alla] e(l)la R103 T1 n ~ volontate] uolontade R103
11 e] om. R103 ~ dà] de (?) Naz3 ~ materia] matreria Cp392 ~ a ingiuriar l’usanza] dignorar lusanza i, dainzenerale (l’ om.) usanza R103, dingiuriar (ingiuriar Cp392) lusanza T1 g n, angiuriar buonusança l, ingiuriare (l’ om.) usança m ~ a] om. Cp392
12 sì che talora] Siche (Perche l) talvolta LR2 m, poj t. Mg140, P(er)o t. Naz125 ~ è di necessitate] è n. (om. di) L47, eglie (elle Mg140) dinicistade i, ediniscistade R103
13 volgere] voltare LR2 ~ viso] uso forse con i agg. in interl. Naz3, uolto C8 Mgl19 ~ contra] contro a Mg140 Mgl19 Naz125 m, verso LR2 l ~ arroganza] ignoranza T1
14 dinar’] i denar(i) (eidenar Bd) g n, danaio (om. il) LR2, il danaro (danaio l) i l ~ render derrate] chedere d. Mg140, uender derade R103 ~ derrate] derrata L47, delrate Naz3, darrate corr. in derrate Si7, derade corr. in derate T1 ~ Segue coda: chauiene assaj fiate | per troppo sofferire assai saquista | danno (et) verghogna da p(er)sona t(ri)sta LR2