Testimoni:
C
4, f.
335r-v (pp. 671-672):
S.tto di m. Geri d’arezzo; Capp183, f.
6r; Bd, f.
98r-v; Gd, ff. 67v-68v; LR
2, f. 147va:
sonetto di federigho di messer geri darezo; Md10080, f. 122r; Mg140, f. 166ra; Mg
5, f. 54r:
Sonetto di Federigo di ser geri darezo; Mr155, f. 52vb:
S[onetto] di federigho di mess(er) gieri darezzo; Naz125, f. 129v; Ox66, f. 40v; Ox12, f. 44v; Pr
1, f. 8v (vv. 1-5); R100, f. 67v:
Sonetto di federigo di messe(r)e Gieri (una nota marginale di mano tarda rinvia a un codice non identificato dove il sonetto è dato a Petrarca);
R103, f. 59v; R939, f. 102ra;
v (
va1: Vc1010, f. 96v; Ox
6, f. 96v;
va2 Vc1494, f. 72r; Est
2, f. 92v;
vb:
vb1 Wo, f. 125r; Bo
1, f. 12r [60r]; Mc283, f. 116r-v,
vb2 Mc
1, f. 132v; Mc
2, f. 73r; Vb359, f. 121r-v).
Bibliografia: Solerti,
Disperse, pp. 154-55; Crescimbeni,
Comentarj, pp. II.2, 177; Lami,
Catalogus, p. 187; Sagredo,
Sonetti inediti, p. 28; Ferrato,
Raccolta di rime, p. 32; Pasqualigo,
Trionfi, p. 27; Carducci,
Antica lirica, p. 363; Carducci,
Rime di Cino da Pistoia, p. 432; Leporatti,
Sonetti attribuiti a Petrarca, pp. 194-197.
Attribuiscono il sonetto a Federico di Geri C
4 LR
2 Mg
5 Mr155 R100. Questi testimoni, insieme a Ox12 che riporta la poesia adespota, si contrappongono a tutti gli altri per l’assenza nell’incipit della congiunzione
Gli antichi bei pensier vs
Gli antichi e bei pensier; l’alternativa è solo in apparenza veniale in quanto implica il non riconoscimento di
bei pensier come voce unitaria (che ha anche il suo opposto
mali /
ma’ pensieri) presente come tale già in Petrarca (
Rvf 11, 5 e 111, 2), ripresa anche in altre due disperse (4, 5 e 196, 4). Per la banalizzazione della maggioranza non si esclude l’eziologia poligenetica, ma resta valida la possibilità che si tratti di un intervento operato all’altezza di uno snodo della tradizione, distinguendosi i suddetti manoscritti, oltre alla corretta lezione di v. 1, per il testo immune da modifiche di sostanza, salvo alcune minime devianze individuali; giusta quindi l’osservazione di Leporatti che rileva «un comportamento fondamentalmente omogeneo fra C
4 LR
2 Mr155 R100 R103 e Mg
5 contro l’incostanza di
v e degli altri testimoni». Nell’elenco ci sono tutti i testimoni di cui sopra, si ignora però ancora Ox12, in più è presente R103, il quale in realtà è partecipe della menda di v.1 e quindi apparterrebbe al gruppo da quella identificato (che per comodità segnaliamo come β), ma si posiziona comunque a un grado superiore, in quanto non coinvolto in altre innovazioni. In particolare è esente, insieme a Gd, dalla netta modifica operata dai restanti testimoni di β al v. 13:
mosse (riferito a
lagrime del verso precedente)
da quel signor ch’ancor (Bd Md10080 Ox66
va2 vb2) /
che mai (Capp183 Mg140 Naz125
va1 vb1)
non dorme, riscrittura della locuzione riferita ad Amore (
quel ch’in cor gentil) e in apparenza ad essa adiafora, senonché il solecismo
ch’anchor per
ch’in cor di una delle due lezioni alternative, ma anche di R103 pur nel testo non adulterato, induce al sospetto che proprio la resa incongrua di quel grafema possa aver aperto a un progressivo e più radicale cambiamento. Pur nell’articolazione in sottogruppi si verifica la consistenza della famiglia
v, compatta al v. 9 nella presenza del verbo
cercare /
ricercare invece di
seguir nonostante gli esiti differenti tra
va2 vb el cercar ch’io facea vs
el vago ricercare di Capp183, e Mg140 Naz125 e, appunto,
va1. Questo sottogruppo non si allinea col resto di
v ai vv. 4, (de dolci passi meno Bo
1), 5 (
ove sì spesso), 10 (
punto vs
pronto), 11 (
e le sue forme), ha proposte singolari ai vv. 7 e 14 (
quanto vs
quando;
imprender vs
el sonar), e al v. 10 dove usa ‘seguire’ invece di ‘passare’, in aggregazione confermata ai vv. 9 e 13, con Capp183 Mg140 Naz125, e, a ranghi scomposti, nell’uso del possessivo a v. 6 (
mia Mg140 Naz 125,
mie va1,
suoi Capp183, ma anche Wo inizialmente mei corretto in
bei), e a v. 7 (
si ridia Mg140 Naz125,
va1 me ridia,
se ridia legge pure Bo
1 per cui la
mouvance potrebbe avere plurima origine), mentre la lezione
pensier(i) vs
piaceri non è in
va1 ma soltanto in Capp183 e Mg140 e Naz125. Manoscritti questi ultimi due, già riconosciuti collaterali in altre tradizioni (Leporatti,
Sonetti attribuiti a Petrarca, p. 195), che qui presentano alcune letture comuni (5
dove solea starsi Mg140
dove soletta stassi Naz125; 6
e(s)soli; 7
commecho sola; 12
Le lagrime ch’anchora (i’) sparsi 14
pruovando, el riso el pianto) e individuali (10
che seguitare pure in ciascheduno anto Mg140,
che seguivan pure in ciascuno chanto Naz125). Si delinea anche la vicinanza tra Gd Ox66 e Bd, più coesi Gd Ox66: 9
el vago seguitar Gd Ox66
Et el vagho seguitar Bd (con l’omissione di
ch’i’ solea come
v e più aderente per
vago a
va1 e affini); 10
mi facean sempre pronto Gd Ox66
che mi facevan pronto Bd; 12
e lagrime e i sospiri ch’io sparsi Ox66
e le lagrime e sospir ch’io sparsi Gd
e le lacrime ch’io ò sparte Bd, omettendo tutti
ancor. Di più difficile valutazione altri accoppiamenti, ad esempio quello di R939 e Md10080 per la variante a v. 5
e la finestra ove or più non fassi e la presenza meno significativa di
solo vs
soletta a v. 7. I manoscritti che riportano l’attribuzione a Federico e Ox12 non presentano elementi che possano raggrupparli, con l’eccezione della nota parentela, ma qui senza ulteriori specifiche prove, tra LR
2 e C
4, sicché il disegno abbozzato dall’analisi di cui sopra è aperto e la sua razionalizzazione decisamente parziale; tuttavia la pluralità che sostiene le singole lezioni consente di dare un testo fondato. La conferma plurima e indipendente del dato paratestuale consente di acquisire con sufficiente sicurezza la paternità del figlio di Geri, a sostegno della quale si rilevano un paio di fenomeni linguistici riferibili (anche) al dialetto aretino, anche se le forme non sono trasmesse in modo omogeneo da tutti i testimoni: i due imperfetti in
-ia in rima ai vv. 6-7, «evoluzione» delle desinenze di 3
a sing. e plur. dei verbi di II e III classe «al tipo
-ia -ieno pressoché costanti nei testi del sec. XIV», e l’articolo
el di v. 5 (Serianni,
Dialetto aretino, rispettivamente alle pp. 75, 137 e 128-19). Il sonetto è costituito da un unico periodo che si svolge in coordinazioni di ampiezza variata, a partire dalla reggente dell’
incipit, e dallo stretto giro che abbraccia i vv. 2-4, al corso continuo della seconda quartina sviluppata in ipotassi fino al quarto grado, alla simmetria dei membri sui quali si articolano i terzetti. La dipendenza sintattica dal primo verso fa sì che la struttura sia più lineare, e senz’altro più ovvia, rispetto ai sonetti monoperiodali in
Rvf, dove si ha al contrario uno svolgimento che tende al verso finale (Renzi,
Sintassi continua, pp. 202-207; Tonelli,
Varietà sintattica, pp. 35-39). Il lessico lirico amoroso (
desio /
speranza,
usata…
via,
dolci passi,
mille piacer;
ragionar di lei,
spargere lagrime) ha ampi riscontri, compreso Petrarca, ma i più specifici richiami fanno di quest’ultimo l’autorità fondamentale: la
finestra come tramite amoroso, individuato in
Rvf 100, 1 «Quella fenestra ove l’un sol si vede» che interessa anche per il metaforico
sol; il v. 5 riprende un intero verso appena ritoccato,
Rvf 264, 77 «e ᾿l lume de begli occhi che mi strugge», riflesso, con memoria interna dello stesso autore primario, come in uno specchio deformante l’ordine 217, 8 «Che’ belli, onde mi strugge, occhi mi cela» (Si veda la nota a
Rvf 108, 12 dell’ed. Bettarini, pp. 509-10); poi l’autoreferenziale,
seco sorridia è in
Rvf 268, 72; infine il tema del sonno d’Amore, con la sua filiera che ha un capo nel libello dantesco, è qui raccolto da
Rvf 108, 12, «ma se ᾿n cor valoroso Amor non dorme» con variazione, quasi esplicativa, nel nostro testo dell’aggettivo valoroso in gentile (lo stilema
cor gentile di
Rvf 67, 10; 158, 6; 332, 16). Una nota di stile che ritroveremo nel sonetto
In ira al ciel…: la ripetizione di una connotazione in qualche modo fondamentale 4
dolci passi / 8
dolci orme, come là 10
vaghi piacer / 12
vaghi segni sostenuta nell’uno e nell’altro caso dall’analisi ecdotica.
[Anna Bettarini Bruni]
1 bei] e bei Capp183 Bd Gd Md10080 Mg140 Naz125 Ox66 Pr1 R103 R939 v e dolci Ox 66 ~ ch’io] che Mg140 ~ lassi] lasci R100 R103 lasse Ox66
2 disio] dizio Pr1
3 quella usata e tanto] quel tantusata e bella via Gd ~ e tanto] e tanta Wo Ox12 R100 R939 tanto (om. e) Capp183 Bd tanta (om. e) Mg140 Naz125 tanto e Pr1
4 e ’l] Il Gd ~ vago rimirar] lungho rimirare Mg140 ~ e i dolci] del dolor(e) Mg140 Naz125 de dolci va2 vb (-Bo1) eilenti Md10080 si dolci Bo1 ~ passi] passe Ox 66
5 la fenestra] le fenestre R103 ~ dove spesso fassi] doue solea starsi Mg140 oue soletta stassi Naz125 ~ dove spesso] che spesso R100 ove or piu no(n) Md10080 R939 houe si spesso va2 vb ~ fassi] farsi Wo Mc283 Vb359 fasse Ox66
6 il verso è riportato sul margine inferiore Est2 ~ el sol] e(s)soli Mg140 Naz125 Ilsil Mg5 ~ degli occhi bei che mi struggìa] ch(e) gliochi bellj ch(e) mucidia Md10080 ~ degli occhi bei] dibegli occhi Ox66 ~ bei] belli R939 mei → (t) Wo mia (mie) Mg140 Naz125 mei va1 suoi Capp183 ~ struggìa] strugiea (con e cass) R103 strugea Wo Capp183 Vc1010 LR2 Mc283 Mg140 Mr155 Vb359, strugia segno di croce a marg. Mc2 stringea R939
7 quando] quanto va1 ~ quando…sorridia] quando con lei asol sol me vidia Bd ~ soletta seco] solo (con) secho R939 co(n) seco solo Md10080 commecho sola Mg140 Naz125 ~ soletta] soletto Gd Mr155 R103 ~ seco] siccho Wo ~ sorridia] si sedea Capp183 se ridia Bo1 si ridia Mg140 Naz125 me ridia va1 sobridea Ox66 sorridea corr. sorridia Est2 sorridea Wo C4 LR2 Mr155 Ox66 R103 Vb359 sorrideva R939 sorridia riscr. a marg. Mc2
8 con] tra C4 ~ con mille altri] con altri piu Bd con altri be Ox66 con moltaltri R103 ~ piacer] pensier(i) Capp183 Mg140 Naz125 ~ che] chi R939 ~ trassi] trasse Ox66
9 e ’l] Il Mg5 ~ e ‘l seguir] el seguitar Ox12 el seghir Mr155 ~ e ᾿l seguir ch’i’ solea] El cerchar chio facea
va2 vb El vago ricercare Capp183 Mg140 Naz125
va1 Et el vagho seguitar Bd, el vago seguitar Gd Ox66 ~ solea] soleva Md10080 R939 ~ de le dolci o.] di suo o. Bd Gd delle uaghe Mg140 ~ orme] ormi, Md10080 ombre Ox66 ombre
corr. in orme R103 R939
(?) cass. horme Capp183 10 quando] quanto Bo1 ~ quando passava…canto] che seguitare pure in ciascheduno anto Mg140 che seguiva(n) pure in ciascuno chanto Naz125 ~ quando passava pronto] q. segura Capp183 q. seguiva p. va1 che mi facieuan pronto Bd mi facea sempre pronto Gd me facean sempre porto Ox66 ~ passava] passaria R103 passavo R939 ~ pronto] punto va2vb (a punto Bo1) p(r)ota Capp183 prompta Ox12 Mg5 p(ro)ito R100 pronta R103
11 e ’l ragionar] echagionar R103 a ragionar R939 elo raggio vb e(t) ragionar Bd Mg5 Mr155 Naz125 va1 ~ e di sue f.] ele sue f. va2 vb e di tutte sue f. Mg140 e di sua fronte Ox66
12 e] E Et con la seconda E cass. Capp183 ~ e le lagrime ancor che io s.] Elagrime e isospiri chio s.Ox66 e le lagrime e sospir chio s. Gd e le lacrime chio o sparte Bd Lelagrime chanchora s. Mg140 Le lagrime chancora i s. Naz125 ~ che io] che Bo1 LR2 Mc283
13 punto da quel ch’in cor gentil] mosse d. q. signor che mai Capp183 Mg140 Naz125 va1 vb1 mosse (mossi Bd) d. q. signor chanchor Bd Md10080 Ox66 va2 vb2 che vien d. q. signor chancor R939 ~ punto] pun R100 ~ quel] quella Mg5 ~ ch’in cor] chanchor R103 ~ gentil non dorme] gentili dorme Mgl10141
14 e ᾿ sonar…canto] E prender per uaghza el dolce pianto Capp183 ~ e ’l sonar] elsognar R100 e sonar Mr155 elandar Ox66 p(ro)vuando Mg140 Naz125 imprender va1 ~ vaghezza] uxança Wo [...]eça Ox66 ~ e ’l g.] il g. Est2 ~ e ’l giuoco e’l canto] el riso el canto Bd Ox66 el riso el pianto Mg140 Naz125 e giuoco e canto R103 Vb359