Testimoni:
R103, f. 50v:
Soneto di mess(er) franciescho
Bibliografia: Solerti,
Disperse, p. 220; Massèra,
Rime, pp. CXXXIII,181; Proto [Recens. Massèra], p. 115; Branca,
Rime1, p. 350; Bianchi,
Petrarca, pp. 54-55; Lanza,
Rime, pp. 112-113; Leporatti,
Sonetti attribuibili, pp. 219-220.
Schema metrico: Sonetto ABBA ABBA CDE CDE
Sono rimaste acquisto stabile le correzioni introdotte da Solerti ai vv. 4
simile stelle (
simil’a s.) e 12
fronde (fronte :
fonte). Sono stati invece rigettati i suoi emendamenti ai vv. 2
Tra sé da verdi, 14
presso a lui n’andiêr, così come al v. 12 dove è il solo ad aver accolto la correzione del manoscritto
destro con
r agg. in interlinea, interpretandolo come un riferimento spaziale (‘dal canto, cioè dal lato destro’). Nel primo caso la lezione del ms., «anodati |
da sé e da verde fronde», se è davvero una nota tironiana il segno, probabilmente aggiunto in un secondo momento, che si trova nel manoscritto, è stata reintrodotta da Branca (i capelli ‘intrecciati da sé, ossia con se stessi, e con verdi fronde’). Al v. 12 il ritorno alla lezione base del testo,
dal canto desto, con ‘desto’ nel senso forte cavalcantiano di ‘risveglio’ all’amore («Voi che per li occhi mi passaste ’l core | e destaste la mente che dormia»), si deve al Massèra, come anche la più discreta correzione al v. 14 della lezione erronea del ms.,
landier, in
la diêr (cfr. per es.
R152-A27** v. 14
unçel per
ucel). Allo stesso verso il Massèra, seguito da Branca, era intervenuto correggendo il
preso del ms. (Solerti
presso), in
presa, riferito a 10
mente e in relazione al seguente
la (diêr). Nonostante l’esito sia piuttosto contorto, penso si possa conservare la lezione tràdita che sarebbe invece riferita all’io sogg. di 12
alza’ (‘alzai’): ‘e, (essendo io) preso, consegnarono la mia mente ad Amore’. Branca torna al manoscritto anche al v. 13 dove il Massèra aveva cambiato in
tutti la lezione del ms.
tutte, «riferito in generale alle bellezze della donna» (è probabile che sia un semplice refuso
giardin al v. 9 in Rime
1). Il Bianchi preferisce restare con Massèra ai vv. 2 e 13. I vv. 7-8 erano stati anticipati dal copista nella stessa lezione trascrivendo il son. precedente (cfr. apparato v. 12).