Testimoni:
Ox
6, f. 103v;
R103, f. 46r:
Soneto di mess(er) franciescho
Bibliografia: Solerti,
Disperse, pp. 251-252; Massèra,
Rime, pp. CXXX, 208; Proto [Recens. Massèra], p. 113; Branca,
Rime1, p. 352; Bianchi,
Petrarca, pp. 67-68; Lanza,
Rime, pp. 286-287; Leporatti,
Sonetti attribuibili, pp. 207-208; Barber,
Disperse, pp. 56-57; Bilancioni,
Dieci sonetti, p. 10.
Schema metrico: Sonetto ABBA ABBA CDE CDE
Seguendo i primi editori, Bilancioni e Solerti, si accoglie a testo la lezione di R103 al v. 2
e ritornava anchor nel viso [Solerti
riso] il chore,
difficilior interpretando
anchor come ‘di nuovo’ in rapporto al v. 1 e
core come ‘animo’ o più precisamente qui ‘coraggio’ (senza senso per Massèra e Branca che le preferiscono quella del codice concorrente
e ritornava nel viso il colore). Proponiamo anche di restaurare (contrariamente a quanto affermato in Leporatti
Sonetti attribuibili) al v. 9 la lezione
ingegno di R103, nel senso concreto di ‘trappola’ e astratto di ‘insidia, stratagemma’ (affine al
dificio del sonetto, successivo nel codice,
R142 v. 5), contro Ox
6 isdegno adottato da tutti gli editori, in virtù del richiamo a
Rvf 64.5 «Se voi poteste per turbati segni, | per chinar gli occhi, o per pieghar la testa, | o per esser più d’altra al fuggir presta, | torcendo’l viso a’ prieghi honesti et degni, || uscir già mai, over per altri ingegni, | del petto...». Restiamo con R103 anche al v. 7
mi mutava (a bene sperar, con ‘mutare a’ nel senso di ‘volgersi verso’),
difficilior rispetto a Ox
6 me invitava, preferito da tutti gli editori fin dal Bilancioni (Pecoraro). Sono erronei R103 al v. 3 la ripetizione di
più (
perche piu alquanto piu soave, corretto in
p. già alquanto più s. da Barber) e Ox
6 al v. 13
nemi cridar merçe possa giouare (
né a me cridar mercé posi’ à giovato :
stato; Barber …
poscia è g.), dovuta forse a fraintendimento della forma settentrionale
posia per
poscia. Seguo il manoscritto base nelle varianti adiafore ai vv. 12 «in doglia e ’n guai» (Ox
6 om.
’n) e 14 «a
chi pur morto… mi vole»
(chui). Al v. 8 assumo a testo Ox
6 inferno contro R103
iferno, forma dovuta probabilmente a negligenza di un
titulus (anche se la trovo attestata nell’OVI nella
Storia di Barlaam e Iosafas e nell’
Epistola in volgare bolognese). Dialefi d’eccezione av. 5 e 12 (
pianti e).
2 anchor nel viso il core] nel viso il colore Ox6
3 alquanto] più alquanto R103
5 a] de Ox6
7 mi mutava] me inuitaua] R103
8 che ’n inferno] cheni ferno R103
9 ingegno] isdegno Ox6
12 e ’n] e Ox6
13 nemi cridar merçe possa giouare Ox6
14 chi] chui Ox6