Testimoni:
Pr
1, f. 23v;
c (Ox
6 , f. 102v;
R103, f. 60r:
Soneto di mess(er) franciescho)
Bibliografia: Solerti,
Disperse, p. 164; Massèra,
Rime, pp. CXXXV, 210; Proto [Recens. Massèra], p. 116; Branca,
Rime1, p. 353; Bianchi,
Petrarca, pp. 78-79; Lanza,
Rime, pp. 288-289; Barber,
Disperse, p. 78; Sapegno,
Disperse, p. 615; Muscetta-Ponchiroli,
Disperse, p. 585; Carbone,
Corona, p. 61; Bigi-Ponte,
Disperse, p. 343.
Schema metrico: ABBA ABBA CDE CDE
Al v. 14 Pr
1 legge senta contro Ox
6 R103 sento. Essendo lezione in sostanza banalizzante da un punto di vista grammaticale, in sé non è sufficiente a fondare una congiunzione, ma in un contesto come questo, in cui abbiamo più volte verificato l’appartenenza della coppia di codici a una stessa famiglia, si può sospettare che la responsabilità sia da attribuiire alla fonte comune
c. La conferma della sua congiunzione a R103 accentua l’isolamento di Ox
6 in una serie di lezioni individuali (seguite da Solerti, che spesso nella sua edizione si affida al codice oxoniense) ai vv. 2
tal volta (talora), 7
me (noi, lezione da Solerti erroneamente attribuita al solo Pr
1, e invece anche di R103
danose per
da no’ s’è), 8
diventato (divenuto), 12
E ch’io (
E om.). Dal canto suo R103 omette la congiunzione al v. 6 e la copula al v. 8. Ci si attiene a Pr
1, al solito assunto come testo base quando disponibile, anche al v. 9
«che la mente mi torni», gli altri
ch(e) a, potendosi sciogliere la lezione in
che· la mente (
che [’n] la mente), e al v. 11
soleva (sollia/
solea gli altri).
2 talora] tal uolta Ox6
6 e] om. R103
7 noi] me Ox6
8 è] om. R103 ~ divenuto] diuentato Ox6
9 che] ch(e) a c
10 non] no R103
11 soleva] sollia Ox6, solea R103
12 che io] E chio Ox6
14 senta] sento c