Testimoni:
Pr
1, f. 4v;
R103, f. 50r: /
Soneto di mess(er) franciescho/
Bibliografia: Solerti,
Disperse, pp. 176-177; Massèra,
Rime, pp. XL, 215-216; Proto [Recens. Massèra], p. 115; Branca,
Rime1, p. 354; Bianchi,
Petrarca, pp. 81-82; Lanza,
Rime, p. 290; Leporatti,
Sonetti attribuibili, pp. 216-217; Proto [Recens. Solerti], p. 36; Barber,
Disperse, pp. 80-81; Sapegno,
Disperse, p. 616; Muscetta-Ponchiroli,
Disperse, p. 586; Bigi-Ponte,
Disperse, p. 343; Costa,
Il codice parmense, p. 70.
Schema metrico: Sonetto ABBA ABBA CDE CDE
Una sola lezione sospetta di Pr
1 al v. 3
leggiadria (leggiadra), al limite
difficilior leggendo «te […], | leggiadria vaga» ecc., contro i numerosi errori certi del codice concorrente, per cui si rinvia all’apparato (cfr. vv. 1, 2, 4, 6, 11). Per l’opposizione al v. 14, contrariamente a quanto hanno fatto tutti gli editori, che hanno adottato la lezione di R103 «e prego te, che lla morte mi déa | il tuo seguir» (Massèra) o hanno preferito una personale congettura (Solerti «
Di te seguir», ripreso da Barber e Branca), di fatto postulando un errore d’archetipo (per le
Rime del Boccaccio i due codici risultano congiunti solo in un caso: cfr. son. V), seguiamo anche qui Pr
1 «che ·lla morte mi déa |
il te seguir» (e non
«te seguir» con
il omesso, come sembra aver inteso Branca in Rime
1, forse fraintendendo l’apparato del Massèra, dal momento che parla di «lacuna di una sillaba che mi par facile integrare: con gran vantaggio del senso sulla lezione di M[assèra]»), soluzione, più che suggerita, imposta da un prezioso riscontro proprio col Boccaccio: Av I 31 «se questo luogo… | abbandonar ti piace,
il me seguire | ti poserà in sì piacente festa» (espressione regolarizzata nella red. B: «abbandonar ti piace e me seguire»).
1 O] E R103
2 nel mio meditar] ne il mio miritar R103
3 leggiadra] leggiadria Pr1 ~ e] om. R103
4 solevi] solea R103
8 rispetto] preceduto da /riss/ Pr1
9 com’] come Pr1 R103
11 che in terra sè cenner] quando intera auer /mi si credea/ R103
14 il te] el tuo R103