Testimoni:
Pr1, f. 4r
Bibliografia: Solerti,
Disperse, p. 170; Massèra,
Rime, pp. CXL-CXLI, ; Proto [Recens. Massèra], p. 117; Branca,
Rime1, p. 350; Bianchi,
Petrarca, pp. 55-56; Vecchi Galli,
Postfazione, p. 386; Lanza,
Rime, pp. 120-121; Costa,
Il codice parmense, p. 70.
Schema metrico: Sonetto ABBA ABBA CDE CDE
L’unico emendamento da apportare al testo del solitamente corretto Pr
1, già introdotto dal Solerti (la trascrizione del Costa era diplomatica), è al v. 7 dove nel codice si legge
uostri per
nostri. Per il resto se ne può conservare la lezione anche per le forme da attribuire alla mano di un copista probabilmente di area toscano-occidentale (cfr. qui v. 2
sens’alcun). Interessanti alcune varianti in concomitanza di ripetizioni: al v. 10 è cassato
splendidi implicato con 6
splendori e sostituito con parola a sua volta cassata e illeggibile; al v. 14
lucenti è sostituito con
chiari, ripetizione di 4
lucente e poi cassato; investe invece la sintassi l’intervento allo stesso v. 14 con una parola cassata sottoscritta all’inizio di
ch’alcuno. Per le ragioni del suo inserimento in questa serie, nonostante la sua assenza in R103 e la non attribuzione a Petrarca nel testimone unico, dove il testo è a rigore adespoto, si rinvia alla nota introduttiva alla sequenza R103 152-160. Da non confondere con il sonetto attribuito a Antonio da Ferrara con incipit affine
Levasi il sole lassuso in oriente.
7 nostri] vostri
10 splendidi] cass. e soprascr. una parola a sua volta cass. e illeggibile
14 lucentj cass. e sott. una parola cass. (forse chiare) ~ parola cass. e illeggibile anche sotto chal di ch’alcuno