Testimoni:
R103, f. 45v:
Soneto di mess(er) franciescho
Bibliografia: Solerti,
Disperse, pp. 238-239; Massèra,
Rime, p. 179; Branca,
Rime1, p. 349; Bianchi,
Petrarca, p. 52; Lanza,
Rime, pp. 108-109; Hauvette,
Les poésies, p. 23.
Schema metrico: Sonetto ABBA ABBA CDE CDE
L’emendamento al v. 1
Iscinta e scalza, ms.
Istanca e s., è stato proposto da Hauvette e introdotto a testo dal Branca nella sua prima edizione delle
Rime (con rinvio a
Ts VII 57, 5
Discinte, scalze, in capelli e in gonne). Risalgono invece al Solerti le correzioni ai vv. 3
queli riferito a scogli
(quele) e 6
piè (gir). Più problematica la soluzione dell’errore al v. 8: ms.
eritra insi iriterando restituito da Massèra e Branca
E ritraensi iterando le volte (con
volte da intendere nel senso di ‘vòlute’), lezione in cui insospettisce il passaggio dall’imperfetto
spingevan al presente e gli ictus di 3
a e 7
a. Dal momento che si deve intervenire, optiamo per la soluzione (a cui forse pensava già Solerti che legge
E ritraïensi it.) che appiana anche queste difficoltà:
e ritrai[é]nsi iterando ecc. (anche se dietro la forma
iriterando sembra di intravedere un originario
reiterando, forma esclusiva in Boccaccio, che però comporterebbe ipermetria:
Cnf XLVIII 00 «le vedute cose reiterando nella sua mente»,
El V 21 «Ma poi che le danze in molti giri volte e reiterate», ecc. Notevole al v. 11 la forma
vedeo per ‘vedevo’, dove a questa data si attenderebbe piuttosto
vedea.
1 Iscinta] Istancha
3 queli] quele
5 racolte] raliolte → sovrascr. raholte (racholte nella ripetizione del v. dopo 10)
6 piè] gir
7 spingevan] spigieuan
8 e ritraiénsi iterando] eritra insi iriterando
10 segue il v. 5 ripetuto e cass.
12 quali] ← quale